Riforma della normativa previdenziale della Repubblica Popolare Cinese

07 Luglio 2011

Cari Soci,

 

Il 1° luglio 2011 è entrata in vigore la Social Security Law, promulgata il 28 ottobre 2010.

La normativa definisce solo a grandi linee la disciplina dei contributi sociali per gli stranieri che lavorano in Cina e dovrà quindi essere specificamente integrata dalle Provisional Measures for the Expatriates Employees Making Social Contribution in China (“Regolamenti di Attuazione”) non ancora promulgati.


L’ambito di applicazione è tuttavia certo: oltre che ai lavoratori cinesi, la nuova disciplina si applicherà anche ai lavoratori stranieri, siano essi direttamente assunti in Cina o ivi distaccati.


I punti salienti della bozza di Regolamenti di Attuazione circolata nelle settimane passate sono i seguenti:
a) sia il datore di lavoro sia il dipendente dovranno contribuire al piano previdenziale;
b) i lavoratori stranieri saranno tenuti a contribuire ai seguenti fondi: Basic Pension Fund, Basic Medical Insurance, Unemployment insurance; i datori di lavoro anche ai seguenti: Work-related injury insurance, Maternity insurance;
c) dovrebbe essere possibile per i lavoratori stranieri che dovessero lasciare la Cina prima del raggiungimento dell’età pensionabile di (i) congelare la propia posizione contributiva maturata ovvero (ii) chiudere la posizione e riscattare parte dei contributi relativi (ma tale opzione pare esercitabile unicamente se raggiunti i 15 anni di contribuzione, su base contributiva o conguaglio volontario);
d) i cittadini dei paesi con i quali la Cina ha stipulato dei trattati bilaterali/multilaterali ad hoc (ad oggi solo Germania e Corea del Sud) possono essere esentati dall’onere di contribuire a determinati fondi contributivi.


Non è ancora chiaro, peraltro, se le aliquote contributive per i lavoratori stranieri saranno uguali a quelle previste per i cittadini cinesi, né se queste ultime verranno aggiornate con l’entrata in vigore della legge per effetto dell’allargamento della base di applicazione.


Ancora molte incertezze, quindi, salvo il fatto che un ulteriore contributo è chiesto ai lavoratori stranieri in Cina.

Cordiali saluti,

CCIC

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